1. THE DIFFERENCE BETWEEN UK “RESIDENT” AND “ORDINARILY RESIDENT” STATUS
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    THE DIFFERENCE BETWEEN UK “RESIDENT” AND “ORDINARILY RESIDENT” STATUS:

    By: Avv. Simone FAZZARI – Simone FAZZARI & Barry Smith Law Offices © Miami
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    Residence/ordinary residence:

    The issue of residence and/or ordinary residence in the UK has attracted fresh media attention, and recent cases through the English courts have left some individuals asking important questions about their status.
    It seems this is an area of increasing intensity of inquiry or scrutiny by Her Majesty`s Revenue and Customs (HMRC) in their pursuit of higher tax take. A person who is resident, but not ordinarily resident, is liable to tax on his UK earnings and his foreign earnings are taxable only on the remittance basis. If, however, he is resident and ordinarily resident, he is liable to tax on the whole of the earnings from the employment, irrespective of how little of those earnings are earned in the UK.
    Ordinarily resident:
    Generally speaking, HMRC`s guidance states that if an individual comes to the UK permanently or for at least three years, then that individual will be treated as resident in the UK rather than as a visitor. Unsatisfactorily, there is no statutory definition of ordinary residence, though in terms of broad guidance, the courts have held that ordinary residence is a regular habitual mode of life in a particular place that is both:
    ñadopted voluntarily; and
    ñadopted for one or more settled purposes
    On 1 February 2010, the First Tier Tribunal held, in Tuczka v HMRC [2010] UKFTT 53 (TC), that a taxpayer was ordinarily resident in the UK even though he had spent less than three years here. In this case, Dr Tuczka was an Austrian national who came to work in the UK but who had no intention of staying here more than three years; his purpose in coming here was to obtain some international work experience and to return to Austria.
    What this case highlighted was that although Dr Tuczka clearly intended to leave the UK eventually, his intentions were irrelevant other than to show his UK residence was voluntarily adopted. What mattered was whether there was a degree of settled purpose. In his form P86, Dr Tuczka said he moved to the UK to work and expected to be here for two-and-a-half years. The working bit was relevant, but the fact that he was going to leave within three years was irrelevant. What was important was his purpose. His purpose was to work in the UK from the outset (found to be a settled purpose); therefore, he was to be ordinarily resident from the outset.
    One important fact in this case was that Dr Tuczka had purchased a flat in the UK during the three-year period that he was here. HMRC insisted that the purchase of a flat in the UK by Dr Tuczka meant ...

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  2. COME APRIRE UN CONTO CORRENTE A MIAMI DA NON RESIDENT
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    COME APRIRE UN CONTO CORRENTE A MIAMI DA NON RESIDENT

    A cura di: Avv. Simone FAZZARI – Simone FAZZARI & Barry Smith Law Offices © Miami
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    Aprire un conto corrente negli Usa, senza essere residenti e senza essere in possesso di un SSN (Social Security Number, il nostro codice fiscale) è possibile in quasi tutte le banche statunitensi.
    Prima del 9/11 era possibile farlo anche online, via telefono e per fax, ora invece è necessario recarsi fisicamente nella filiale della banca che sceglierete, questo a causa dell’istituzione di una legge che si chiama “Patriot Act”. Aprire un conto in Usa è semplice, basta avere il passaporto!!!

    COSA SERVE E COME SI FA:
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    Per prima cosa è necessario informarsi su quali siano le banche che permettono l’apertura di un conto per “non-resident alien” (tra queste ad esempio Bank of America, Chase, CityBank).
    Dopodiché bisogna presentarsi in filiale con il proprio passaporto, e recarsi allo sportello adibito all’apertura dei conti correnti.
    Negli Stati Uniti ci sono due tipologie di conto: SAVING o CHECKING:
    Il SAVING è un tipo di conto dove i soldi versati fruttano degli interessi, ovviamente secondo certi vincoli, il CHECKING è un conto di deposito. Una volta che depositerete i soldi potrete disporne a vostro piacere finché non li avrete spesi tutti.
    Con l’apertura del CHECKING ACCOUNT l’impiegato della banca vi fa firmare un po’ di carte, tra cui il modulo W-8BEN che è un modulo per abbassare le tasse al 30% su rendite di tipo economico (quali ad esempio dividendi di società, servizi vari etc…), serve per confermare che non si è residenti in Usa e che si gode quindi di un regime fiscale agevolato.
    Questo è per evitare di pagare le tasse due volte in determinati paesi che hanno degli accordi, tuttavia ciò serve più che altro a chi opera in borsa e compra titoli americani.
    A quel punto il funzionario vi consegnerà la carta di debito (che è una VISA), ve ne farà scegliere il PIN e vi consegnerà il blocchetto degli assegni chiedendovi quanti soldi vorrete depositare. Considerato che magari non farete operazioni per un certo periodo io vi consiglio almeno $100.
    Il conto di deposito ha un costo, normalmente di circa $5 al mese (a meno che non si facciano almeno 5 operazioni al mese con la carta di debito).
    Finite tutte le procedure di rito potrete godere del vostro conto e della vostra carta di debito.

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  3. COME TRASFERIRE LEGALMENTE LA PROPRIA RESIDENZA NEL PRINCIPATO DI MONACO
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    COME TRASFERIRE LEGALMENTE LA PROPRIA RESIDENZA NEL PRINCIPATO DI MONACO

    A cura di: Avv. Simone FAZZARI – Simone FAZZARI & Barry Smith Law Offices © Miami
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    Per poter chiedere di essere dichiarati residenti a Montecarlo e, quindi, non pagare tasse, una persona fisica deve aprire un Conto corrente in una Banca del Principato e depositarvi almeno 500.000 Euro. Inoltre deve disporre di una casa, anche in affitto, ed abitarvi stabilmente.

    Come fa il Principato di Monaco senza entrate?

    Denaro entra eccome nelle casse del Principato, ma come imposizione diretta sui consumi (energia elettrica, gas, acqua, telefono, smaltimento rifiuti ecc.). Inoltre, il Principato guadagna anche sul denaro depositato in Banca, oltre che sui proventi delle case da gioco.

    Quando conviene essere residenti a Montecarlo?
    Quando si hanno rilevanti affari all’estero.
    Prendiamo, ad esempio, un cantante conosciuto in tutto il mondo. Ebbene questo artista, per tutto il giro d’affari all’estero, li gestisce come residente a Montecarlo. Un bel risparmio, invece di pagare in Italia oltre il 50% di tasse sui suoi ricavi, pagherà ZERO come residente del Principato.
    Ovviamente servirà avere una casa a Montecarlo (che non costa poco), ed abitare stabilmente nella bella Montecarlo (che sacrificio!!!), nonché aprire un conto corrente bancario con un primo versamento di almeno 500.000 Euro.
    Avete mai sentito dire che i soldi chiamano soldi? Ebbene è proprio così: i ricchi guadagnano sempre di più, perciò vi esorto a diventare ricchi (vi assicuro che è molto piacevole) ed il vostro patrimonio crescerà sempre, a patto che non facciate dei grossi errori.

    Che tipo di Imposizione esiste a Montecarlo?

    FISCALITA’:

    a) Imposte sul redditto e sulla plus-valenza:

    Non esiste nel Principato di Monaco alcun imposta sul redditto o sulla plus-valenza.

    b) Imposte di successione:

    Qualsiasi cittadino straniero residente nel Principato è soggetto all’imposta di successione sui beni posseduti nel Principato (certificati azionari e titoli depositati o presso qualsiasi banca monegasca) ma non su quelli stranieri. Il tasso d’imposizione applicato dipende dal grado di parentela tra il defunto ed il beneficiario. Esso varia dallo zero tra marito e moglie e figli, ad un massimo di 16% tra persone senza alcun legame di parentela.

    c) Tassa sul valore aggiunto – IVA:

    Il regime fiscale indiretto applicato nel Principato è praticamente identico a quello applicato in Francia. Il tasso attuale è del 19,6%.

    d) Imposte fondiarie:

    Non esistono tasse fondiarie nel Principato di Monaco, ad eccezione delle tasse di registrazione per quanto riguarda il contrat...

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  4. TUTTE LE ISTRUZIONI PER LAVORARE E VIVERE A DUBAI
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    TUTTE LE ISTRUZIONI PER LAVORARE E VIVERE A DUBAI:

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    Prima di spostarsi a lavorare a Dubai, è utile avere qualche utile informazione, al fine di ben valutare la cosa.
    A Dubai e negli Emirati Arabi gli stipendi sono generalmente maggiori rispetto a quelli offerti in Europa, però sicuramente c’è da sfatare il mito degli stipendi medi da decine di migliaia di euro al mese. A Dubai, come da altre parti, non regalano nulla. Al vantaggio di avere uno stipendio già di partenza sensibilmente più alto (anche se non sempre… un cameriere o una segretaria prendono sui 1000 € al mese), poichè Dubai e gli Emirati Arabi non prevedono tassazione personale, il reddito netto è maggiore: ciò rende estremamente attraente l’idea di lavorare a Dubai. La Qatar Airways, ad esempio, che sta assumendo personale in tutto il mondo a fronte di un incremento della flotta di oltre 100 velivoli, mette come benefit in evidenza lo stipendio tax free.

    RETRIBUZIONE DEL LAVORO A DUBAI:

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    La retribuzione (soprattutto quando c’è stato il boom di Dubai) prevedeva vari fattori: stipendio base, rimborso spese od indennità per macchina e casa, copertura medica (il sistema a Dubai è strutturato sulla falsa riga di quello americano), un’educazione scolastica garantita per i figli dei lavoratori, più altre facilitazioni per la famiglia e per il ricongiungimento familiare e biglietti aerei destinati alle visite nel proprio paese d’origine (generalmente uno al mese; anche più per gli executive manager). Ad oggi invece i datori di lavoro tendono a pagare uno stipendio più alto, magari con bonus, ma limitando i benefit.
    A Dubai non sono previsti i regimi pensionistici statali; alcune compagnie internazionali offrono vari benefit, tra cui possono rientrare anche i contributi per la pensione (che vengono però versati nel Paese di origine. L’accantonamento obbligatorio ai fini pensionistici è una soluzione adottata in alcuni Paesi, dove il pensionamento assicurato dallo Stato ha avuto e continuerà ad avere la sua funzione “di garanzia” e di tranquillità. Se si apportano un contributo verso un regime pensionistico nel vostro paese d’origine, è opportuno continuare a farlo il più a lungo possibile. Molte aziende offrono regimi pensionistici privati a Dubai, con la possibilità di fare una somma forfettaria o di pagamenti regolari contributi.
    Altri benefit comunemente offerti ai dipendenti di grandi imprese multinazionali che lavorano a Dubai possono comprendere:
    Contributo per spese di alloggio;...

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  5. COME TRASFERIRSI E LAVORARE A NEW YORK:
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    COME TRASFERIRSI E LAVORARE A NEW YORK:

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    Se non avete contatti, a New York non potete trovare lavoro. Ma la parola “contatti” non vuol dire “raccomandazioni” o “lecchinaggio” come in Italia. La parola “contatto” in America ha lo stesso semplice significato del vocabolario italiano: rapporto, relazione: essere in contatto con una persona
    Anzitutto preparatevi un buon curriculum in inglese. Se ne avete modo, anche una pagina web. Non siate mai arroganti, saccenti e presuntuosi, anche se prima di mettere piede in America avete lavorato per il Papa. Agli americani non gliene frega niente: dovete dimostrare il vostro valore. Altro discorso se avete a che fare con possibili datori di lavoro italiani: qui fate davvero attenzione. Se ve ne state andando dall’Italia, un motivo ci sarà...
    Gli americani hanno tanti, tantissimi difetti, ma sono meritocratici. E fattivi. E di parola. E se il lavoro inizia alle 10 di mattina, per loro le 10.01 è già ritardo e rischiate il licenziamento.
    Nella maggior parte dei casi, i ragazzi arrivano qui con un visto da turista. Come dicevamo prima, il tempo di permanenza possibile in questo caso è di novanta giorni. Non tirate la corda all’Ufficio Immigrazione passando una settimana in Italia, tre mesi in America, una settimana in Italia, tre mesi in America: non funziona. Piuttosto, iscrivetevi ad una scuola di inglese e fate richiesta per il visto da studente. Altro discorso se puntate subito al visto di lavoro.
    Il “Se senti di un lavoro, anche come lavapiatti, fammelo sapere” non funziona. Ragazzi, in America ci sono più o meno 300 milioni di abitanti, circa 8 di questi sono a New York: va da sé che prima trovano il posto gli americani, poi gli stranieri. Sommate la concorrenza degli americani in America a quella degli stranieri in America e più in piccolo a quella degli italiani in America e nello specifico a New York. Boom. A New York i lavori non si sentono: si prendono al volo.
    Qualsiasi sia la vostra posizione in Italia, è molto probabile che a New York dobbiate iniziare da zero, o quasi. Mettetevi già nell’ottica che è possibile tornare a fare uno stage non pagato, anche se avete anni ed anni di esperienza nel vostro campo.
    Scordatevi una volta per tutte di riuscire a trovare un lavoro dall’Italia, non esiste un ufficio collocamento con opportunità di lavoro per italiani. Prendete l’aereo, venite qui, uscite ogni mattina alle 8 – ed incontrate, incontrate, incontrate, incontrate. E’ l’unica via: scendere dal piedistallo, prepararsi la pappa da soli e conquistarsi il proprio futuro.
    Allontanate la negatività. Mai dire mai, non demordete ai primi rifiuti, sia...

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  6. VIVERE, LAVORARE E COSTRUIRSI UNA NUOVA VITA A MIAMI
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    Florida, Stati Uniti D’America: in nessun altro posto al mondo, gli standard di vita occidentali si uniscono in maniera armoniosa al clima e al calore tipico degli stati del Sud America come avviene qui. Prendete il mare delle Bahamas e Cuba. Unitelo ad infrastrutture funzionanti ed alla mentalità pragmatica e funzionale degli americani. Benvenuti nel Sunshine State.
    Ci sono molti motivi per scegliere le città della Florida – e non solo la sua “stella” Miami – come meta per vivere o per passare qualche anno di vita. Il clima, certamente. Anche se quest’anno è arrivato per la prima volta un inverno freddo come pochi altri. La temperatura media annuale si attesta sui 27 gradi, la minima é di 16 gradi. Bisogna davvero amare il caldo per sopportare la famigerata umidità estiva che regna tra luglio e settembre. In ogni caso non esiste posto, in Florida, che sia lontano più di 90 miglia dal mare.
    Lo Stato più a sud degli Usa ora conta 18 milioni di abitanti, e si avvia a superare in pochi anni la popolazione dello Stato di New York. Miami è la capitale americana del commercio internazionale, complice la vicinanza all’America del Sud e la sua immensa comunità latino-americana che rendono questo posto unico al mondo. Intorno alle città c’è ancora tantissimo spazio non ancora abitato: qui, dai tempi della conquista del West, è cambiato poco: quasi ovunque è possibile comprare terreno e costruirsi la casa dei sogni. I classici problemi delle costipate città europee in Florida non esistono. Esistono invece programmi del Governo a favore dei lavoratori che devono comprare casa.
    Sará forse per questo che lo Stato assomiglia ad una moderna Babele, con ben 4 milioni e mezzo di persone che comunicano esclusivamente usando lo spagnolo, o addirittura le lingue asiatiche. Puó quindi capitare di girare per le strade di Miami ed incontrare persone che non conoscono affatto l’inglese!
    Il basso regime fiscale rimane uno dei fattori più attraenti per persone e aziende: Non ci sono tasse sulla persona, in Florida, qui si pagano solo le tasse federali, che mediamente si fermano al 20 per cento. L’Iva poi - il 7 per cento - non ha niente a che fare con quella italiana. Le imprese italiane lavorano soprattutto nei settori dell’arredamento, della nautica, dei gioielli, e naturalmente nell’abbigliamento e nel settore alimentare. Miami attira molti giovani italiani, il visto però rimane l’ostacolo maggiore: lavorare regolarmente negli Stati Uniti vuol dire farsi sponsorizzare da un’azienda, e poche sono disposte a farlo”. Molti perció decidono di arrivare qui con un vi...

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  7. COME TRASFERIRE LA RESIDENZA FISCALE A PANAMA
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    COME TRASFERIRE LA RESIDENZA FISCALE A PANAMA

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    A Panama è possibile acquistare una bella casa sulla spiaggia (tre camere da letto) per una somma tra 100.000 e 200.000 euro. Il costo della vita è circa un quarto di quello degli USA, ed è un luogo molto sicuro per vivere (il posto più sicuro per vivere in tutte le Americhe).
    Il clima è tropicale, Panama si trova di fuori della fascia degli uragani.
    L’anno fiscale è lo stesso anno di calendario, che termina il 31 dicembre.
    In termini di residenza fiscale, Panama applica la regola generale che classifica come residente ogni persona che passi più di 180 giorni in un anno nel paese.
    Ci sono programmi speciali per agevolare gli stranieri a trasferirsi a Panama.
    Ci si qualifica a tale programma, purché si dispone di un reddito di appena $500 al mese, che è da un ente governativo o una pensione a benefici definiti da una società privata.
    Si avrà poi diritto di residenza panamense e successivamente di un passaporto.
    Avrete inoltre diritto a numerosi sconti come viaggi più convenienti, sconti sui pasti in certi ristoranti e la riduzione dei compensi ospedalieri.
    Vale la pena notare, tuttavia, che le autorità panamensi recentemente hanno inasprito queste agevolazioni. In passato era quasi automatica l’accettazione, indipendentemente dall’età del richiedente. Secondo nuove regole invece le autorità generalmente richiedono ai candidati di avere almeno 50 anni, in particolare quando la pensione è da parte della società del ricorrente.
    Se, tuttavia, si riceve una pensione da un ben nota società internazionale o una pensione di ufficiale del governo, si riesce ancora a qualificarsi, anche se sotto i 50 anni.
    Il cambiamento nelle regole è volto a fermare gli individui che non erano in realtà in pensione dal utilizzando lo schema pensionamento per ottenere la residenza di Panama.

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  8. COME APRIRE UN CONTO CORRENTE OFF SHORE LEGALMENTE E DOVE
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    COME APRIRE UN CONTO CORRENTE OFF SHORE LEGALMENTE E DOVE

    A cura di: Avv. Simone FAZZARI – Simone FAZZARI & Barry Smith Law Offices © Miami
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    I conti corrente bancari off-shore hanno indubbiamente delle utilità e vengono usati in diversi modi.
    Le ragioni principali perché le persone vogliono aprire un conto offshore (Offshore Banking) sono:
    • Tassi di interesse;
    • Protezione dei beni;
    • Requisiti privacy;
    Diamo un’occhiata a ciascuno di essi un po’ più in dettaglio:
    Preliminarmente rileviamo che un errore comune a molti quando si apre un conto corrente bancario offshore e’ che basti mettere i propri soldi in una banca offshore per evitare l’imposta sui redditi generati. Questo non è il caso per i residenti di gran parte dei paesi sviluppati, a meno che non siete abbastanza fortunati ad essere in uno stato che tassi sulla base della territorialità (ad esempio, Panama, Costa Rica o Singapore).
    Visto che tracciare i conti offshore (Account Offshore) può risultare difficile per il fisco, la direttiva UE sul risparmio fiscale ora rende più facile per i governi ottenere la loro quota di imposte dovute.
    Con questo regime fiscale viene automaticamente dedotto da paesi maggiormente europei (e alcuni dei Caraibi) la parte di interesse pagabile a un dato paese per quel che riguarda i conti correnti offhore. Questo peraltro non esclude gli individui dal dover ancora dichiarare l’interesse di account offshore.
    Se si desidera evitare di pagare automaticamente l’interesse dal proprio conto offshore è necessario aprire un account off-shore in un paese non soggetto alla direttiva.
    Questa potrebbe includere (bisogna tuttavia sempre controllare, visto che possono cambiare da un giorno all'altro le regole dell’offshore banking):
    • Bahamas (vedere Bahamanian conti correnti offshore con First Caribbean International Bank);
    • Panama (Banco General, HSBC Panama, Banco Nazional);
    I tassi di interesse standard per i conti correnti bancari sono intorno al 2,5%, ma se si fanno acquisti si dovrebbe essere in grado di ottenere un interesse bancario superiore al 3%. A volte i tassi di interesse vanno anche oltre il 5%
    Ecco alcune banche offshore che offrono bank accounts con buoni tassi di interesse:
    • Hong Kong (HSBC con tassi del 2,5% – 3,0%) o Bank of China con tassi fino al 3,6%.
    • Singapore (DBS o Maybank con tassi fino al 3%).
    C’è una differenza significativa tra questi tassi di interesse e quelli delle Isole del Canale (Channel Islands) e dell’Isola di Man, dove per i conto correnti offshore hanno i relativi tassi bancari off-shore molto più alti. Quindi, se evitando la direttiva europea sul risparmio fiscale ed ottenendo i vantaggi sulla privacy sono fattori...

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  9. IL SISTEMA FISCALE SVIZZERO
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    TRASFERIRSI IN SVIZZERA: FALSI MITI E REALTA'

    A cura di: Avv. Simone FAZZARI – Simone FAZZARI & Barry Smith Law Offices © Miami
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    Recentemente l’attenzione dei mass-media si è focalizzata intorno al fenomeno di aziende e persone fisiche trasferitesi in Svizzera. Quasi tutti ormai prevedono che l’Italia verrà abbandonata da molte aziende e professionisti, tuttavia altri credono che questi scenari siano esagerati dal bisogno di creare clamore mediatico: magari fosse vero. Alcuni falsi miti circondano il sistema fiscale svizzero. Contrariamente alla credenza pubblica, i contribuenti in Svizzera non sono in grado di negoziare le loro aliquote con le autorità. In realtà, le autorità fiscali federali e cantonali sono vincolati e non possono discostarsi dalle aliquote fiscali stabilite dal legislatore.
    I principali vantaggi del sistema fiscale svizzero sono:
    - un contesto fiscale trasparente e competitivo in alcuni cantoni, che offrono aliquote aziendali e individuali molto basse;
    - procedure amministrative eccellenti, per cui un contribuente può avvicinare sia le autorità fiscali federali e cantonali per interrogarle sulle conseguenze fiscali di azioni che il contribuente vuole porre in essere.
    Per gli individui le aliquote fiscali cantonali variano da circa il 20% al 45%. A causa della recente riforma fiscale, una persona può beneficiare di uno sgravio fiscale speciale sul reddito da dividendi. In molti cantoni, l’onere fiscale complessivo sul reddito da dividendi può essere ridotta dal 40% al 75% per gli azionisti che detengono almeno il 5% o 10% nel capitale di una società svizzera. Conformemente a una recente decisione del tribunale federale svizzero, questo privilegio fiscale si applica anche ai dividendi provenienti da società estere. Un fattore da non sottovalutare, nella decisione di trasferirsi in territorio elvetico, riguarda lo stile di vita “soft” della Svizzera. Una buona percentuale di professionisti, con sede nelle principali metropoli europee, non è disposta a scambiare lo stile di vita metropolitano con lo stile di vita più tranquillo di Zurigo, Ginevra o Lugano. Nonostante la sua posizione centrale nel cuore dell’Europa, dei suoi paesaggi rurali e della presenza di importanti stazioni sciistiche, bisogna riconoscere che lo stile di vita della Svizzera non è per tutti, e meno male. In conclusione, il trasferimento in Svizzera ha i suoi pro e i suoi contro. Di sicuro, grazie al favorevole regime fiscale, ad efficienti infrastrutture e alla presenza di grossi investitori, la Svizzera continuerà ad attrarre molte importanti società dai paesi dell’UE.

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  10. COME TRASFERIRE UN'AZIENDA ITALIANA IN ALBANIA
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    PERCHE' TRASFERIRE UN'AZIENDA ITALIANA IN ALBANIA:

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    Il Trasferimento di un'azienda Italiana in Albania è facile. L'Albania è un paradiso non solo naturale ma anche fiscale, con solo il 10% di tasse sull'utile annuale e manodopera a costi molto bassi, circa un decimo del costo di manodopera Italiana.

    Come aprire un'azienda, e come aprire una Società in Albania:

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    Un cittadino italiano può costituire una S.r.l. oppure una S.p.A. in Albania con gli stessi diritti fiscali di un cittadino Albanese. Quindi anche da solo, e con una semplice carta d'identità italiana, puoi produrre e fare operazioni bancarie dal primo giorno. L'Albania è ubicata a circa 40 minuti dall'Italia, 2 ore dalla Germania, 3 ore da Londra, ed è economicamente in crescita costante. Sulla scorta della legge del governo Albanese No. 9901 del 14 Aprile 2008, "per società commerciali e industriali" e della Legge No. 23 del 3 May 2007 "Centro nazionale di Registrazione" è molto conveniente registrare in Albania una S.r.l. (LLC= SH.P.K. = S.r.l.) quando si tratta di piccole e medi Società. Una S.r.l. può essere formata da uno o più fondatori che devono versare insieme un Capitale Minimo di 100 Lek Albanesi (Euro 0,72 = US$ 0,93). Come in Italia i soci della Società Responsabilità Limitata sono responsabili per le perdite e debiti della società solo in base al capitale investito da ognuno. La Società deve avere dei direttori ed è soggetta ad una tassazione annuale pari al 10% dell'utile aziendale. Essa può essere formata anche da un unico socio e direttore, che deve avere indirizzo fiscale in Albania (ufficio registrato) ed un capitale sociale minimo di 100 Lek Albanesi. Costituire una S.p.A. (JSC = SH.A. = S.p.A.) è conveniente invece per aziende che fanno affari più importanti.
    La "Società per Azioni – S.p.A" è una Società commerciale, in cui le partecipazioni dei soci sono espresse in azioni. I fondatori sono persone fisiche o giuridiche, che non rispondono personalmente per gli obblighi della società. Il capitale delle società per azioni è divisa in azioni con un valore nominale, stabilito dai soci. Ognuno ha responsabilità limitata alle proprie azioni. Il contributo degli azionisti può essere in denaro o in natura (beni mobili o immobili) Non sono ammessi contributi in lavoro od in servizi. Il capitale minimo richiesto è pari a 02 milioni (2.000.000) Lek, (Euro 14.340 = US$ 18.678). Tale Società può anche ess...

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